domenica 29 ottobre 2017

Riflessione da uno sguardo perso nella malinconia

Mio padre non è mai stato un fanatico della spiritualità. Ha la sua fede, i suoi angeli, i suoi santi cui pregare; ma nè lui, nè io, nè la mia famiglia siamo mai stati la classica famiglia cristiana tutte le domeniche a messa.
Ugo Foscolo ne "Dei Sepolcri" sostiene che le tombe sono il mezzo di connessione coi morti per coloro che hanno voluto bene. La tomba è solo memoria, è solo un momento di comunione con chi non c'è più. E mio padre sin dalle prime settimane dalla morte di mia nonna, almeno un giorno alla settimana lo dedicava alla madre. Anche quando lavorava fuori, il suo primo pensiero era quello di andare a trovare mia nonna. 
Che luogo strano il cimitero. Non dico macabro. Dico, strano. 
Una sensazione che è la stessa di soli altri due momenti della tua vita: quando il pensiero della morte è vicino più che mai, quando la morte è arrivata e tu l'hai vista passare.
Mai come in questo periodo, ci penso spesso. 
Chi muore, dov'e che va? Della tua vita, della tua carne, dei tuoi affetti, della tua memoria, cosa resta? 
Oggi sono stata ad un funerale.
Dopo la morte, la nostra anima continua a vivere la sua interiorità? 
Ricorderà il suo primo parto, il pianto del suo primo bambino, il giorno del suo matrimonio, il natale con i figli, la sua giovinezza coi fratelli, le cose che ha vissuto, le cose che ha affrontato, il matrimonio dei suoi figli, il primo giorno della sua destinazione?
Questo è un discorso usuale, eppure, c'è un pensiero più profondo che sto pensando ma che non so esprimere.

1 commento:


  1. Brutti 'sti pensieri inesprimibili.
    Ti annodano la gola.

    In ogni caso
    non resta niente.

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